dal 12 al 27 settembre
dal 12 settembre all'11 ottobre 2015

Tra fresche acque e antiche mura

Ninfe e anguane nelle opere di Luciano Longo

Palazzo della Loggia | Rocca dei Tempesta

Noale (VE)

dal 12 al 27 settembre
dal 12 settembre all'11 ottobre 2015

Tra fresche acque e antiche mura

Ninfe e anguane nelle opere di Luciano Longo

Palazzo della Loggia | Rocca dei Tempesta

Noale (VE)

Un viaggio tra mito e tradizione, attraverso le opere di Luciano Longo, che nasce dalla fusione di elementi artistici con la storia, nella ricerca originale della figura femminile espressa attraverso la bellezza, l’originalità, le pose, la sensualità tipica delle forme.
Noale con la sua storia, la rocca circondata dall’acqua, i fiumi che la attraversano, si presta anche a un recupero delle tradizioni e dei vissuti che hanno un’origine popolare e che non devono essere dimenticati.
Storie di mistero ma anche di mito, come le ninfee e le anguane di cui si sa che ne parla già un frate di Verona, Giacomino da Verona in “De Jerusalem celeste”, accostandone le origini.
Numerose sono nel territorio Veneto, Friulano e lombardo le versioni di questi legende, che in comune hanno il loro legame con l’acqua, per questo Luciano Longo ha scelto di esporre una parte della mostra tra dentro e fuori della rocca, vicino alle acque.
Nelle sue opere l‘elemento femminile è curato con attenzione, mescolando diversi elementi e caratteristiche, dando rilievo ai particolari con strategie personali, passando da una visione tridimensionale, a un taglio bidimensionale, così da cogliere solo i tratti che delineano, con una lieve lamina. Poi impreziosisce i soggetti con tecniche diverse, i colori dei tessuti, i preziosi giochi creati con stile, la mescola dei materiali, la postura del corpo nel ballo e del volto con gli occhi socchiusi e sognanti, il suo modo di passare da un soggetto all’altro tagliando alcuni particolari per dare lustro alle pose. Una cultura al femminile intesa al rispetto delle diverse tradizioni. Il suo stile in una mescola di elementi classici e moderni, il cromatismo a volte appena tracciato che lascia spazio alla natura in altri momenti è acceso in un intreccio di elementi materici e gemme preziose. Le sue opere sono il risultato di un insieme di fattori, di una ricerca che ci porta ad entrare nei particolari, alle emozioni, ai sentimenti, alla curiosità e alla multiculturalità.
Tutto questo l’artista l’ha interpretato nelle figure strane delle anguane, con il gioco singolare che evidenzia a volte solo un particolare, una posizione del busto, la forma terminale in cui non si vedono i piedi, proprio uno dei particolari elementi che le contraddistinguono.
Così si crea anche nel visitatore la scoperta di un mondo tra storia e mito di cui la nostra realtà è molto ricca.

Prof.ssa Lidia Mazzetto

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