dal 4 al 25 marzo 2018

Artisti triveneti a Motta

4° Rassegna di pittura, scultura e grafica

Palazzo La Loggia

EXPerienze

2° Collettiva nazionale di Arti Visive Contemporanee

Centro Arti Visive La Castella

Motta di Livenza (TV)

dal 4 al 25 marzo 2018

Artisti triveneti a Motta

4° Rassegna di pittura, scultura e grafica

Palazzo La Loggia

EXPerienze

2° Collettiva nazionale di Arti Visive Contemporanee

Centro Arti Visive La Castella

Motta di Livenza (TV)

Tantarte promuove l’incontro fra i linguaggi e le diverse espressioni artistiche dell’uomo, mettendo a confronto le culture del mondo ed i differenti modi di intendere e percepire la vita. Un contributo per arricchire l’identità delle comunità locali di nuovi apporti, nella certezza che l’apertura verso l’innovazione possa alimentare inediti scenari per l’evoluzione culturale, sociale ed economica di un territorio

Proprio nell’ottica di questi obiettivi l’associazione si spende da oltre un decennio nella promozione delle eccellenze artistiche del territorio stimolando il dialogo reciproco tra visioni e culture, sia vicine che lontane. In questo quadro si inseriscono le numerose mostre e gli eventi organizzati nella Repubblica Popolare Cinese, sia a Pechino che a Shanghai, con l’obiettivo di mettere in relazione sensibilità differenti consci dell’importanza rivestita dal contatto reciproco nell’evoluzione e nella crescita delle potenzialità creativa e nel recupero, reale e cosciente, della tradizione. Nello stesso campo si inseriscono le esposizioni, gli eventi e i simposi organizzati e/o promossi dall’associazione Tant’arte in vari paesi europei: in Austria, in Repubblica Ceca, in Grecia, in Bulgaria, etc.

L’associazione Tant’arte è quindi felice di presentare questa nuova edizione della rassegna “Artisti triVeneti a Motta 2018” che presenta una selezione della ricca produzione artistica della regione che storicamente lega i territori dell’antica Venetia romana e della Repubblica di Venezia. Siamo particolarmente lieti inoltre di realizzare questo evento in una città che possiede un centro storico particolarmente importante e dotato di grande fascino contribuendo ad aggiungere un tassello alla sua valorizzazione. Dopo il successo delle prime tre edizioni svoltesi a partire dal 2015, anche quest’anno l’associazione culturale, non a fini di lucro, TANT’ARTE organizza e allestisce, con la collaborazione dell’Assessorato alla Cultura e l’Amministrazione Comunale di Motta di Livenza la IIIª Edizione della Rassegna d’Arte triveneta “ARTISTI triVENETI A MOTTA 2018.”.
La 4° Rassegna “Artisti triVeneti a Motta 2018”, da quest’anno sarà allestita solo nella sede espositiva presso la Galleria “Palazzo La Loggia” a Motta di Livenza.
Ad affiancare questa collaudata rassegna sarà affiancata da un evento collaterale, una mostra collettiva presso il Centro Arti Visive “La Castella” intitolata “EXPerienze”, 2° mostra collettiva di arti visive contemporanee con artisti da tutta Italia con la presenza di artisti provenienti inoltre da Austria, Serbia e Repubblica Ceca.
La proposta di Tant’Arte, con questa rinnovata formula, è quella di avere una panoramica, con un’ ampia varietà di stili e correnti artistiche attuali.

 

Alcune foto dell'evento

Gabriella Niero

Introduzione critica

Fabio Fioravanzi


Ho visitato tante mostre, e so quanto è difficile organizzarle. Alcune le ho presentate, e non ho mai rinunciato a stare fuori del coro.
Non ho mai cercato la benevolenza degli artisti per poterne scrivere le critiche, e non ho mai temuto l’orrore delle penne benpensanti per il mio etichettarle come convenzionali.
Ad un’opera d’arte, per poterla definire tale, ho sempre chiesto tre cose all’autore: pensiero, capacità, applicazione.
Io posso essere un genio, ‘pensare’ il quadro o la scultura più straordinaria della storia ma …se non ne ho la capacità il mio pensiero rimarrà tale.
Se ho grandi, immense capacità artistiche, ma non ho ‘pensiero’ sarò sempre e solo un grandissimo artigiano del pennello o dello scalpello: artista mai.
Se alla mia opera non dedico tempo …fatemi capire perché non me ne serva. A parte Georges Mathieu, e l’unicità irripetibile del suo gesto, molti altri esempi che giustifichino l’istantaneo non mi sovvengono.
In una ArtFiera mi divertii a chiedere le valutazioni di tre Fontana, uno rosso, uno verde e uno bianco, un taglio, due tagli, tre tagli : 800mila, 1 milione e 1 milione 200mila euro, perché bianco è più raro, “ma se davvero le interessa le posso fare bene”. Un’altra volta invece –con una punta di sano cinismo– ho interrogato un mercante specializzato in Vedova, gli chiesi se avendone di fronte 20 opere ne avesse potuta avere una in regalo a sua discrezione in base a cosa avrebbe scelto: mi rispose in base all’anno. Proseguii la provocazione: “non puoi sapere l’anno (provate a immedesimarvi), devi scegliere solo guardando”, “allora –mi fu risposto– in base alla quantità di giallo e di rosso”. Wow.
Posso dire? Di uno di quei tre Fontana, reali, o di quei Vedova, immaginari, non saprei che farmene. Anzi, lo saprei perfettamente: li andrei a vendere a uno di quei collezionisti di convenzioni che impazziscono per loro e per molte altre ‘cose’ simili. Cose, lo ribadisco: non opere d’arte. Complementi di arredamento, investimenti, quello che volete, ma l’arte è altro, anche oggi, oggi più che mai.
Non è il mio genere, perché c’è chi ama la classica, chi il jazz, chi il pop, ma Lucian Freud capisco chi lo paga, molti altri no. Forse nel primo taglio di Fontana c’era il colpo d’ala del genio, dopo il secondo e il terzo c’era solo ripetitività commerciale che ha finito con l’annegare ogni cosa. Almeno in Schifano c’era l’artista quando dipingeva i ‘suoi’ campi di pane o i ‘suoi’ paesaggi anemici, e il genio del commercio quando scattava e imbrattava le polaroid. Oppure prendete un Licata: almeno il suo linguaggio si è sviluppato, articolato, evoluto, un po’ come quello di Rabarama. In loro c’è un pensiero, ci sono capacità, c’è dedizione all’opera.
Più alto è il pensiero, più grande è il dono ricevuto nelle proprie mani, maggiore è l’intensità con cui si gestisce la materia per donare agli altri la propria immaginazione e il proprio cuore più grande è l’artista. Più quello che fa è convenzionale, anche rispetto a se stesso, più è ripetitivo, meno c’è che mi faccia vibrare il cuore. Magari non conosco l’artista, e mi piacciono pure le sue Portofino –perché sono il mio e il suo genere– poi però magari scopro che ne ha dipinte qualche centinaio e allora me ne appendo lo stesso volentieri una in salotto sopra il camino, perché mi rilassa le corde dell’animo, ma so di non avere l’‘unicum’, e nemmeno l’opera d’arte. E se qualcuno si scandalizza, mi dà del visionario o dell’incompetente, dell’ignorante o del cervellotico lo lascio dire. Preferisco pensarla così, avere una coerenza e un pensiero, apprezzare un Tiziano, un Arman, un Guttuso o un Botero per quello che sono, se mi piacciono oppure no, a prescindere da quello che valgono, di quello che il mercato ha deciso che debbano valere in base a stagioni e centimetri.
Non voglio avere ragione, ma per cortesia, non aspettatevi che pensi la abbiate voi. Il resto ve lo racconto, con una banconota in mano, la prima volta che ci incontriamo…


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