DA QUANTI ANNI SOLCHIAMO LE ACQUE
DELLA VOSTRA COSCIENZA?
DA QUANTO TEMPO NAVIGHIAMO
DENTRO PIÙ DENTRO DOVE COVA LA VITA?
CONOSCIAMO IL BATTITO DELL’IMPULSO,
IL MARE DI SANGUE CHE HA INONDATO LA STORIA.
EPPURE SCIVOLIAMO FIUMI E MARI
A PORTARVI FLUTTI D’AMORE,
PUREZZA DI CANTO,
RICCIOLI D’ACQUA AVVOLTI NELL’ARIA.
LAMPI DI PACE
FRA SENTIERI BIOELETTRICI SCALPITANTI,
MAI SOPITI.
Presentazione
“Gli alberi distesi a terra, sradicati da un vento sibilante a 200 km all’ora, uno di fianco all’altro come sarcofaghi di un grande cimitero arboreo, costituiscono una grande metafora dello scontro in atto fra l’elemento antropico e l’elemento naturale del pianeta, simbolo potente e universale della rivolta vegetale contro l’opera distruttiva dell’uomo. Un monito da non archiviare, una memoria del futuro da coltivare anche con i sentimenti dell’arte”
Le sculture e le tele di Luciano Longo • le fotografie di Patrick Comiotto • i versi di Lucio Carraro: l’incontro fra più linguaggi espressivi per fare “Memoria del Futuro” della terra martoriata per dissennata mano dell’uomo.
Un vocativo raccontato dai gesti corporei, dalle espressioni e dalle voci delle anguane, creature mitologiche delle acque dei nostri fiumi, sempre più “in limine litis”.
Un monito a ritrovare il coraggio della responsabilità di fronte alle ferite inferte alla terra-madre e ai nostri amati monti. Un “mayday, mayday!” da allignare nei nostri cuori per abbandonare la cultura dello spreco, ritrovando nel sentimento della natura una nuova speranza per l’umanità.
Partendo dal racconto delle “anguane”, mitiche creature acquatiche dei fiumi della nostra terra, la mostra intende richiamare nuovamente l’attenzione su quanto accaduto lo scorso autunno alle montagne della nostra regione: un’invettiva contro la memoria “corta” dell’uomo, la sua facilità a dimenticare in fretta i disastri che sta provocando alla terra-madre, con la sua perseverante-devastante azione distruttiva nei suoi confronti, che sta provocando inquinamenti e sconvolgimenti climatici a ritmo crescente.
Un richiamo a più linguaggi, con il monito delle sculture e delle tele dell’artista Luciano Longo, i vocativi dello scrittore Lucio Carraro, le paradigmatiche immagini del fotografo e videomaker Patrick Comiotto.
Hanno completato la presentazione le opere enogastronomiche dello chef Beppe Agostini, da sempre un magistrale interprete delle tipicità della nostra terra: una degustazione a futura memoria, un ulteriore richiamo a preservare il valore della biodiversità naturale e antropica.
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