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Roberto Pallestrong

Scultore | Italia

Senza radici I
tecnica: colombino
33x24x17 cm


Senza radici 4
tacnica: a lastre
27x27x86 cm


Senza radici 5
tacnica: a lastre
37x37x29 cm
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Roberto Pallestrong

Scultore | Italia


Biografia


Roberto Pallestrong, artigiano artistico, ceramista autodidatta vive con la famiglia nel cuore delle Dolomiti. Ha imparato il mestiere lavorando in alcune aziende dell’Umbria, sviluppando nel tempo un modo personale di lavorazione e realizzazione delle sue opere che variano dall’oggettistica decorativa da interno ed esterno quali piatti e oggetti di uso domestico, collane d’artista e sculture. Tra i lavori su commissione realizza trofei per manifestazioni, mosaici decorativi per abitazioni da interno ed esterno. L’ispirazione presa dalla natura osservandola e fotografandola nei suoi minimi particolari la trasforma o materializza realizzando sculture e oggetti d’arte esposti in mostre collettive e personali. Ama cimentarsi in varie attività dalla decorazione, alla creazione di oggetti in serie, così come nella realizzazione di pezzi unici. Altra passione è l’incisione realizzando xilografie, incisioni su rame e altri metalli.

Senza radici: uno scambio vitale
L’idea è quella di una passeggiata speciale nel bosco. Non con il naso all’insù, ma con lo sguardo in basso, guardando e immaginando l’intreccio di radici che sostiene tutto il verde del mondo. Ce ne sono di ogni forma: lunghe, corte, dritte o globose…. è così, con queste diramazioni che le piante creano la loro strategia di sopravvivenza che le mette in rapporto con il mondo. Dalle radici si prende e si da’, in uno scambio continuo regolato da leggi che fanno di quell’albero quello che è e non altro, anche per noi umani. Le nostre radici non sono visibili, ma a volte possono essere ben più vaste e ramificate di quelle di un’intera pineta. E come le piante ne abbiamo un bisogno vitale, creando la nostra rete di rapporti vitali a partire da quel luogo, da quei legami, da quell’ambiente in cui siamo nati. Selezionando cosa dare e cosa prendere. Sono le radici a fare di noi quello che siamo all’inizio della vita, per poi crescere e cambiare, con nuove diramazioni guidate da desideri, ricerca ed esperienze. Come piante curiose. Qualcuno desidera tagliarle. Per liberarsi e cercare nuovi orizzonti. Altri non potrebbero farne a meno, stretti ai vincoli della terra e della famiglia senza mai allentare la presa. E tutto va bene finché è la persona a decidere del suo destino. Ma succede – e ahimè sempre più spesso – che siano altri a “sradicarci” dal nostro mondo. A toglierci quelle ancore di vita che sembrano mani aggrappate al suolo natio. Che si tratti di libera scelta o costrizione, la perdita di radici ci rimette comunque in giro per il mondo, alla ricerca di nuovi scambi e di nuovi rapporti in un dialogo continuo con l’intera umanità. Come un bosco che cammina.
Roma, 17 settembre 2016
Rossella Castelnuovo, giornalista scientifica

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