Emanuela Mezzadri
Pittrice | Italia
Biografia
Vive e lavora a Bieno di S. B. Verbano (VB).
Cresciuta a Milano studia pittura all’Accademia di Belle Arti di Milano prima con Luciano Fabro, poi con Diego Esposito.
Ricerca nel suo lavoro artistico un equilibrio compositivo dove colore, materia e parole risultino importanti in ugual misura.
Utilizza la successione matematica di Fibonacci per costruire lo spazio e la poesia haiku per definire l’idea. Entrambi hanno come concetto di base la natura, che l’artista ricrea in paesaggi di luce e orizzonti astratti mediante l’uso di inchiostri lavati, diluiti, stratificati.
Impiega in prevalenza il colore nero ricavando le altre tinte attraverso reazioni chimiche. Vecchi lini, carta e pile trattati con impasti ceramici sono gli sfondi che trasforma manualmente con piccole e grandi crepe: rappresentazioni della terra e della materia che si contrappongono ai cieli al di sopra dell’orizzonte. Dal 2015 fa parte del movimento artistico MAI “Movimento Arte Inessente”.
“La poesia nasce dal vissuto, dalla voglia di riappropriarsi di ciò che è stato e che potrebbe essere ancora, dall’interpretazione che ognuno dà alle cose, una mutevole fotografia della mente che crea il presente con l’accaduto.
Tutto ha un passato e va rispettato, anche se diverso, per poter creare la speranza di una nuova memoria da sperimentare.
Il mio lavoro è una poesia haiku trasformata in immagine. L’haiku è un antico componimento poetico giapponese di tre versi che descrive natura e comportamento umano.
Voglio rappresentare l’orizzonte (l’equilibrio) che unisce elementi naturali contrapposti quali il cielo, l’acqua e la terra.
Venendo dalla ceramica raku e amando il concetto di vita filosofico giapponese del kintsugi (altra tecnica ceramica), che ritiene che la vita è integrità e rottura insieme perché ricomposizione costante ed eterna, rompo e ricompongo lo spazio riempiendo le fratture invece che con ceralacca e polvere d’oro, con il blu, il colore dell’equilibrio.
Dare valore a ciò che è stato rotto, che ha sofferto, mostrando le ferite come memoria dell’accaduto piuttosto che nasconderle maldestramente come se nulla fosse successo, vuol dire amare la vita.
Vita: il dare alla luce… La luce per me è la connessione con la vita, con la natura per questo è così importante nei miei lavori.”